curiosando

Ieri Kaparo, l’autista del Lonno Lodge, mi ha portata a visitare un’azienda che produce anacardi tostati. Per raggiungerla ci siamo inoltrati un poco nell’interno percorrendo una bellissima strada sterrata che passa vicino a delle case, a dei mini villaggi familiari.

L’azienda agrícola era inattiva, avevano qualche pacchetto di anacardi, ma la produzione vera e propria comincia a breve e termina ad aprile. Se non ho capito male la stagione degli anacardi è novembre-aprile, ma non sono sicura di aver capito bene.

Appena fuori dalla casupola dell’azienda c’è una tettoia sotto la quale stava scorrazzando una gallina con una manciata di pulcini.

Oggi è stata l’ultima giornata di scuola. Alla fine della lezione ho preso la bicicletta ed ho rifatto pedalando il percorso fatto ieri in macchina con Kaparo.

La bicicletta, secondo me, è il mezzo ideale per andare a spasso da queste parti, sia perché le distanze qui sono infinite e la bicicletta consente di accorciarle un poco, sia perché essendo in bicicletta non si viene tampinati con insistenza dai beach boys, sia perché si può modulare la velocità a seconda dell’interessa che suscita il luogo che si attraversa, sia perché si sentono gli odori, sia perché ci si sente un po’ esploratori, un po’ viaggiatori, un po’ fortunati, mah…

Mi è piaciuto un mucchio. Devo tenere anche un po’ a freno, almeno apparentemente, la mia curiosità, perché la strada passa proprio adiacente alle casette di fango e legno e io vorrei guardare a lungo tutto: il terreno come viene spazzato, gli animali dove vengono tenuti la notte, come sono divise le casette all’interno, dove cucinano, cosa vendono le botteghe sotto i tetti di banano. E invece lancio sguardi furtivi perché non so, se fossi nei panni di chi ci abita, se mi piacerebbe essere scrutato così.

Interessantissimo

Quando sarò grande magari socializzerò anche. Chissà.

…mhm….

Aldo sostiene che queste due bellissime piante di fiori bianchi senza profumo siano delle varietà di gardenia

Questa ha dei fiori che sembrano identici ai fiori di gelsomino, ma è un cespuglio e i fiori sono senza profumo

 

 

 

 

 

 

 

 

Questa invece sembra di più una gardenia come fiore e come forma, ma è un cespuglio gigantesco e i fiori, di nuovo, sono senza profumo.

 

 

 

 

 

 

 

 

compagni di corso

Nella scuola dove ho fatto fino ad oggi lezione di swahili si tengono anche altre lezioni. Prevalentemente di italiano.

Quando io arrivo alla mattina alle 8:30 c’è una ragazza molto molto carina ed appariscente per la quale, immagino, l’italiano sia di supporto per “lavorare”.

Difficile pensare qualcosa di diverso. Mi cede il posto quando arrivo e se ne va. Difficilmente, anzi a me non è mai capitato, alza lo sguardo direttamente negli occhi dell’interlocutore. Sembra saperla lunga. Mah…

La penultima volta c’era anche una ragazzona romana o laziale che ha deciso di prendere lezioni di inglese. La sua voce aveva occupato tutto lo spazio disponibile.

Durante la mia lezione, che è una lezione individuale, ci sono sempre uno o due ragazzi che stanno imparando l’italiano e che mi fanno domande difficili di grammatica.

Ma da due o tre volte a questa parte è comparso un bambino. Quando io ho strabuzzato gli occhi ed ho chiesto al mwalimu come mai il ragazzino non fosse a scuola, lui mi ha risposto che ha finito la scuola (ma quanti anni può avere uno che sembra così piccolo?) e che il padre lo sta mandando a scuola da lui per imparare al mattino l’italiano e al pomeriggio il tedesco.

L’insegnante è sempre lo stesso per ogni tipo di corso, il mio. Eclettico e, evidentemente, poliglotta.

Il bambino arriva circa a metà della mia lezione, si siede vicino a me, apre il suo quaderno (che è precisissimo ed ordinato) e in silenzio aspetta il suo turno.

Sulla guancia ha una cicatrice rotonda, come un cerchiolino, che ho già visto su altre guance. Non mi sono ancora decisa a chiederne il significato.

Mi incuriosisce un mucchio. Mi sono fatta un mucchio di domande su di lui: che padre avrà che lo vuole istruito ma non lo manda a scuola? Sarà un secchione? Gli piacerà quello che fa? Ha delle idee sul suo futuro? E’ un “bravo bambino” di quelli classici, così come sembra? Dove abita?

La curiosità mi distrae molto e non perdo occasione per chiedergli un suggerimento quando il mwalimu mi fa delle domande alle quali non so rispondere perché non ho capito niente (praticamente sempre). E’ molto tranquillo ed educato. Sorride, suggerisce, molto pacato e riservato.

Che il futuro ti ripaghi dell’impegno giovane mwanafunzi!

il fagiolo due

Ecco come è ora il fagiolo

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E’ rimasto immobile per un sacco di giorni. Probabilmente doveva assestarsi dopo il trasloco. E poi in due giorni: ecco! Ha buttato un germoglietto e una fogliolina nuova.

Il giardiniere (uno dei giardinieri) che mi ha vista affaccendata a fotografarlo si è avvicinato e mi ha spiegato di averlo circondato con delle pietre per evidenziarlo e proteggerlo dai cani. E poi si è offerto di farmi vedere come diventerà. Aggrappata al muro c’è una piantina molto rigogliosa di foglie con un fagiolone tipo taccola. Il giardiniere dice che tra una settimana (o una settimana fa? il mio inglese può migliorare ancora molto) compariranno (c’erano) dei bellissimi fiorellini fucsia. Dentro di me continuo a pensare che si tratti di un fagiolo.

Ma un fagiolo principesco, degno di un mucchio di attenzioni.

 

imprevisti

Ieri tornando da scuola ho rallentato indecisa davanti al riparatore di biciclette, senza sapere se fermarmi per far gonfiare la gomma davanti oppure no.

Mentre ero lì che ciondolavo, pedalando senza convinzione, ho sentito: SBRANG!

Il pedale si sera staccato e i cuscinetti stavano rotolando fuori.

Ho pensato che per una caso così drammatico non me la sentivo di prendere la decisione di andare dal riparatore di biciclette, che preferivo tornare a casa portando la bicicletta a mano e consultarmi sul da farsi con i miei referenti di fiducia.

Ma mentre mi avviavo il riparatore mi ha rincorsa: Mama Mama!

Gli ho mostrato il danno e lui mi ha portato nella sua postazione di lavoro: all’ombra di un albero sui cui rami sono appesi dei copertoni e una pompa, il riparatore sta, di solito, sdraiato in attesa di clienti. In una cassettina ha degli strumenti sparpagliati. Appena arrivati ci ha cercato dentro qualcosa. Non trovandolo ha preso una pinza e ha cominciato a svitare il pedale.

Gli ho spiegato che la bicicletta non era mia e che avrei preferito consultarmi prima di prendere iniziative. Si è mostrato d’accordo, forse perché non aveva i pezzi di ricambio, non so.

L’ho ringraziato e ho ripreso il cammino.

Il mio punto critico è il passaggio davanti ai giovinastri sdraiati sulle moto. Sono sicuramente delle brave persone ma non ho voglia di interloquire e, andando a piedi, non avrebbe potuto essere altrimenti.

Cinque metri prima dei giovinastri mi ha raggiunta il defender del Lonno Lodge! Fantastico! Kaparo ha caricato me e la bicicletta, mi ha portata a casa ed è andato a farmela riparare.

Meglio di così….