Castedduzza nel bosco

Castedduzza nel bosco

Sta raccogliendo col rastrello gli scarti di potatura lungo la strada.
Lo avviciniamo: scusi sa per caso dove si trova la villa romana di San Pietro? La guida dice alle pendici del monte….
Ci pensa un po’ su e poi dice: ahh! Si, noi in dialetto la chiamiamo la Castedduzza. Vede quello sperone là che si stacca dalla collina? Ecco, la Castedduzza è lì sulla sella tra sperone e collina. Dovete scendere per quella strada fino alla fontana con la pila per far bere gli animali e poi salire.
Super B, che comunque sa tutto, mentre ci avviamo seguendo le istruzioni borbotta: mmmmm… non credo che la villa sia lì.
Io sono comunque contenta di fare una passeggiata nel bosco dopo gli strascinati coi peperoni di Vaglio.
E così saliamo per il bosco, il sentiero ombreggiato, un tripudio di cardi fioriti per arrivare alla sella e constatare che non c’è nessuna casa romana e neanche una Castedduzza.
La villa Romana è in realtà lungo la strada principale invisibile dietro ad un recinto e completamente soffocata dell’erba.
Torniamo allora a Vaglio. Andiamo a vedere il santuario di Mephitis a Rossano. Probabilmente doveva essere uno spettacolo la quantità di acqua che scorreva dentro e fuori dal tempio. Mephitis dea osca, delle delle acque (sulfuree), dea che presiede nei momenti di passaggio. Nel tempio e intorno sono stati trovati resti di statuine che ricordano le Cereri e le Persefoni appena incontrate in Sicilia. Ci doveva essere una produzione abbastanza standardizzata di statuette ed oggetti votivi. Nel sito incontriamo un signore che sta facendo pulizia col decespugliatore. Uno dei cinque volontari che si alternano per tenere aperto Rossano, Serra e il museo a Vaglio, tre donne e due uomini fra i quali lui è l’unico ad usare il decespugliatore. Il suo collega dice: io non lo so usare. E lui replica: anch’io non lo sapevo usare ma si può imparare!
Ma non ha successo e continua da solo imperterrito a fare del suo meglio per rendere accessibili i siti, per quello che può.
Gli ingressi sono gratuiti.  Ci lamentiamo che facendo pagare un biglietto potrebbero raccogliere un minimo di fondi per un minimo di manutenzione…
Scrivete alla Sovrintendenza, ci pregano tutti.
Lo faremo.
La Basilicata sembra un posto meraviglioso nonostante la trascuratezza e la mancanza di fondi per averne un minimo di cura.
Certo che non ci sono delinquenti, ci dice la nostra ostessa, siamo così poveri che
non possono rubarci niente, abbiano delinquenza e organizzazioni criminali tutto intorno, ma noi non suscitiamo nessun interesse perché siamo i più poveri di tutti.
Sarà così ma la bellezza certo è abbondante.