Una giornata con le ragazze

Una giornata con le ragazze

E’ bello quando capita. Ogni volta che capita. Quelle non molte volte che capita.
Francesca mi dice: Vieni a trovarmi? E io mi sento attratta e smarrita: gli ulivi da potare, in ritardo, piantati lì a metà, le piantine da trapiantare, le faraone che stanno per nascere, le dalie che non mi ricordo neanche bene dove le ho appoggiate… forse nel cassone del pick up, lo sciame appena catturato…
Si, grazie, le rispondo.
E così sono a Siena.
A fare la turista con una senese. Non sono senese. Si, ho capito, ma ci abiti, la conosci.
Immerse in un nugolo di giovani di diverse nazionalità, studenti dell’università per stranieri, in visita al museo del Monte dei Paschi con un’istrionica guida, perfetta nel suo ruolo, coinvolgente. Poco conciliabile con la realtà attuale della banca, col senso di confusione e disordine del quale so ben poco. Ma lui, il dottor Tasso indubbiamente è perfetto e preferibile ad altri punti di vista più torbidi.
I Salimbeni, commercianti, finanziatori, cittadini del mondo e di Siena, ghibellini. L’esproprio delle loro proprietà da parte della città diventata guelfa, l’esproprio dei pascoli, dei “paschi”, nel 1419. La fondazione della banca da parte della città nel 1472… E Firenze… E Firenze mai avrebbe potuto conquistare Siena senza l’intervento degli spagnoli di Carlo V… E Siena… E noi senesi siamo chiusi… E noi senesi siamo conservatori… E Siena… E Firenze… E abbiamo spostato lo stemma dei Medici in questo angoletto invisibile perché ci risultava insopportabile passargli sotto tutte le mattine andando al lavoro…
Conosco davvero poco Siena ma è una città ben strana. Siena è Siena e non esiste altro per i senesi, ma ci si batte, per davvero, a suon di mazzate, per antichi asti da tempo immemore fra contrade, fra senesi. A volte a colpi di carri di letame scaricati nella strade della contrada nemica… Che far arrivare un carro di letame inosservato per i vicoli di Siena a traffico limitato è già leggenda.
Comunque Siena con una senese (non sono senese, sì, ho capito ma…) è come un viaggio in un altro tempo. Ne hai la percezione quando ti capita di incontrarne uno, di senese. Ma visti da vicino e spiegati sono davvero strani. Fuori dal tempo. E poi in quale tempo? Nel Medioevo? E prima? Degli etruschi (Senia?) non trovo traccia, forse devo cercare meglio. Si sono inventati un’origine mitologica che viene da Remo, il fratello di Romolo, e dai suoi due figli, Ascanio e Senio, in fuga dallo zio fratricida che arrivano a Siena (che non c’è ancora) e dicono: carini questi tre colli, fondiamo Siena, che si chiamerebbe così proprio grazie a Senio… Ma gli etruschi dove sono nella retorica senese?
E poi questo Medioevo era davvero così affascinante durante il Medioevo?
Ma poi ti trovi davanti l’oro delle pale e Duccio di Buoninsegna che forse oggi o domani vedrò al museo del duomo, e Andrea Vanni e gli affreschi con quel blu abbagliante nella cripta sotto al duomo, e il cielo stellato della volta e il garbuglio di strade e stradine e gli scorci su Piazza del Campo. Un qualche fascino in effetti.
Anche se preferisco continuare a scrutare il Medioevo del Medioevo da questo Medioevo contemporaneo.