“Alle 7:30 domattina.
Arriva il camion.
Devi fare l’inventario”
Prego?
“Domattina alle 7:30 arriva il camion e devi essere lì per fare l’inventario”
Non capisco mai se il Babau scherza o fa sul serio.
Questa volta fa sul serio.
Mannaggia.
Il Babau è stato veramente prezioso, mi ha dato le istruzioni su come avrei dovuto procedere: “Chiedi un preventivo, dettagliato, con anche il numero dei chiodi che servono. Lo vediamo e lo discutiamo”
Così mando un messaggio alla direttrice: sono arrivata, ho raccolto dei soldi, dovrebbero bastare per il tetto, ci incontriamo domani con il costruttore?
Mi benedice e mi da un appuntamento per l’indomani alle 9:00.
Friggo, sono agitata.
Il Babau e la Fata Turchina vengono con me per fare foto e analizzare preventivi.
La stanza è affollata, ci sono genitori, bambini minuscoli, libri, insegnanti che confabulano. La direttrice ci inserisce fra un genitore e l’altro. Ci presenta il preventivo. Al Babau sembra sostenibile. Io farfuglio qualcosa riguardo al prossimo progetto: un racconto per classe, illustrazioni, amicizia, pace, rispetto e poi mi ingarbuglio in un qualcosa che farei fatica anche a presentare in italiano, l’importanza dell’istruzione per la formazione del senso critico. Macchecavolo!! Mi sta a cuore da morire ma come trasformarlo in racconto e disegno.
Lei dice di aver capito e mi dice che possono venir rappresentati gli effetti di una buona e una cattiva istruzione con dei genitori di successo e dei genitori poveracci…. Ehm… No, non intendevo quello. Ma mi ingarbuglio ancora di più.
La lasciamo lavorare. Il Babau contratta col costruttore: noi acquistiamo il materiale, tu fai il lavoro. Ok.
Si comincia. Non immaginavo che i tempi fossero così rapidi. Appena usciti dalla scuola il Babau fa un giro per avere dei prezzi e confrontare il preventivo. Scendiamo e saliamo dalla macchina. Fa telefonate. Si fa mandare offerte.
E così a sera si arriva alla dichiarazione fatale: “Tutto a posto. Il camion sarà alla scuola domattina e tu dovrai essere lì a controllare il materiale”
Ohibò…
Allora si comincia davvero…