Prebende

Prebende

“Ciaaoo… prebendee…”

Devo assolutamente memorizzare che dopo un lungo periodo di siccità non è consigliabile fare quei bellissimi giri in bicicletta che mi piacciono tanto nell’interno.

Il terreno è asciutto e la strada sabbiosa.

Gioco coi cambi e a volte mi sento quasi ganza a stare in equilibrio nella sabbia con le gambotte che pedalano forsennate solo per consentirmi di stare in equilibrio.

Girogirogirogiro e scavo sotto la ruota una buca, complice i miei cento chili di farfallina.

“Ciaoooo….. prebendeeeeee”

Non so quale telefono senza fili abbia trasformato la parola “caramelle” in “prebende”, ma i bambini dell’interno quando mi vengono incontro a frotte a piedi scalzi urlanti chiedono “prebende” anziché caramelle, come fanno invece i bambini lungo le strade dei paesi. Mi circondano, cantilenano ciaoprebendeciaoprebende e mi stringono la mano. Delle manine minuscole, bellissime. Veramente sono belli tutti, non solo le manine.

Pedalando nei sentieri sabbiosi dell’interno li spio mentre strillano e cantano e saltano, oppure stanno intenti seduti per terra a costruire alchimie con bastoncini.

Io le prebende non ce le ho, neanche le caramelle.

“Jambo”

“Poa poa”

E pedalo e sbuffo e sudo e so che, comunque, non mi servirà l’esperienza perché appena raggiungo la strada asfaltata so che vincerà la voglia e la curiosità di gironzolare nell’interno…

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